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giovedì 8 dicembre 2011

Sottosopra (per cambiare punto di vista)


Toc Toc! Ci siamo? Ebbene sì! ci sono e ci siamo …o per meglio dire: non sono e non siamo mai andati via.

L’ultima chiacchierata collettiva qui è stata quella di Novembre, con una serie di considerazioni ed una speranzosa voglia di futuro.
Nel frattempo è seguitato un periodo personalmente un po’ delicato: alcuni “colpi bassi” che di tanto in tanto il destino decide di sferrarti proprio per renderti più forte, mi hanno (per qualche giorno) fatto perdere un po’ l’equilibrio.
Lo confesso e lo racconto senza problemi né vergogna, poiché non amo recitare la parte di quello non si fa mai “scalfire” da nulla… anzi: ho la mia collezione smisurata di debolezze e difetti che non nascondo affatto! 
Vado però fiero del fatto di “metterci sempre la faccia” in tutto ciò che faccio o scrivo (nel bene e nel male) e soprattutto d’aver imparato che nella vita è importante essere innanzitutto una persona e non un personaggio. Essere quindi in pace con se stessi: questo è il primo passo individuale e personale per salire il primo gradino della scala che ci potrebbe portare in cima alla vetta di pace ed armonia comune.
Dicevo: ho preferito “mettermi” un po’ nell’angolino perché non è affatto necessario stare sotto un riflettore, anzi, le luci più intense sono quelle che puoi percepire negli occhi altrui.
In questo lasso di tempo mi sono crogiolato leggendo i vostri splendidi interventi e discorsi sulla “bacheca comune”
( http://alessandrodevecchi.blogspot.com/p/la-bacheca-comunespazio-discussione.html
per rendermi conto di quanta ricchezza emotiva e spirituale abbia potuto assimilare grazie alle vostre parole…ed è davvero un prodigio!
Mi sono ricaricato di energia vitale ed entusiasmo esattamente come un pannello fotovoltaico esposto al sole più pulito e radioso.. grazie amici, spero di poter essere sempre e costantemente così privilegiato da poter condividere con voi questa splendida avventura che è l’esistenza.. anche quando ci capovolge: scompigliandoci un po’ e lasciandoci coi piedi per aria, proprio per cambiare punti di vista divenuti troppo auto-referenziali e preconfezionati.
Sono stati giorni vissuti fuori dalle finestre adornate. Ho ritrovato un po’ il contatto con “la strada”, quel legame col catrame che avevo da ragazzino.
Ho passeggiato per ore, spesso solo, in compagnia solo del ritmico battere della suola degli anfibi sul marciapiede.. altre volte invece mi sono mischiato nella folla, fino a sparire in mezzo ad essa come una delle tante macchie di un leopardo.
Ho parlato con lo sconosciuto di turno, che mi ha fermato in stazione in cerca di due brevi chiacchiere ed un momento di cordialità umana e confessione.
Ho conosciuto un “maestro Lama” venuto qui in Italia dal Tibet e l’ho ascoltato incantato per ore, sorridendo pacificamente anche quando prima della traduzione (in inglese ed italiano), elargiva nella sua sconosciuta lingua tutta la sua saggezza. Mi sono sentito pervaso da un senso di limpida serenità ancora prima di capire cosa stesse dicendo, forse perché la voce, attraverso i suoi timbri caldi e le sue inflessioni, è in grado di superare qualunque ostacolo o torre di babele lessicale.
Ho scoperto cose di me che in oltre tre decenni non avevano ancora visto la luce, ma soprattutto mi sono lasciato travolgere dalla voglia di scoprire il prossimo, che fosse uno estraneo ( parola che man mano sto eliminando dal vocabolario del mio pensare ) o una persona più familiare.
Ho suonato le mie adorate chitarre e la loro voce mi è sembrata più chiara del solito, poiché forse erano i miei padiglioni auricolari ad essere più attenti ad ascoltare e non limitarmi a sentire.
Ho fatto scorpacciata di film in dvd,  di canzoni che mi han fatto affettuosa e preziosa compagnia.( “Fields of gold” di Sting mi ha letteralmente fatto da colonna sonora dall’alba al tramonto)
Ho mangiato lentamente, assaporando meglio ciò che le papille gustative mi proponevano e riconosciuto che una cosa è mangiare tanto per restare in vita e sostenere il proprio corpo, altra è godere del rito del cibo e del benessere interiore.
Ho riso insieme a Giorgio: un anziano signore, con il quale ho stretto amicizia casualmente in un parcheggio, tra una borsa della spesa da posare nel bagagliaio ed un suo ricordo legato alla sua gioventù, da ascoltare con rispetto e fervida curiosità.
Ho simpaticamente intuito che la signora Anna, la panettiera da cui mi reco da una vita, ha iniziato ad amare il color arancio. Tanto da voler addirittura riverniciare le pareti del suo negozio con quella vitale tinta.
Mi sono crogiolato nel piacere dei brividi che mi percorrono la testa rasata, indossando il cappellino di lana grigia  che una persona dall’indole incantevole mi ha regalato un paio d’anni fa, in occasione del Natale. Sono arrivato a pensare che quella piacevole sensazione paragonabile al calore di un intimo camino in pieno inverno, sia in realtà il magico fuoco fatuo di un meraviglioso ricordo, che non accenna minimamente a smorzarsi.
Ho conosciuto un gruppo di persone stupende, con le quali ho condiviso serate di meditazioni ed argomentazioni che forse pur non essendo palpabili sono molto più concrete ed utili di vaneggiamenti che ogni giorno riempiono i nostri media, finendo con lo spingerci inconsapevolmente verso folli rincorse all’oro od alle borse, alle speculazioni che lo “spred” (che termine orribile !) offre su un piatto d’argento, o a chissà quali cazzute baggianate che ci siamo auto-inflitti nel corso dei secoli. Una sola cosa pare certa in quella sciocca gara: il primo “vince” perdendo la sua dignità e dal secondo in giù non esiste più nulla, poiché è già stato rubato tutto;  significato del vivere compreso.
E’ un concetto di felicità distorto, totalmente effimero, falso come una banconota da 11 euro.
Ho appreso che nella lingua cinese il vocabolo “crisi” è sinonimo di “opportunità” e dal quel frangente ho cominciato a pensare a quali possibilità di crescita come uomo mi può offrire questo squarcio di tempo e questo capitolo storico.
Ogni serata trascorsa ad ascoltare il proprio corpo, con questi compari di “viaggio interiore”, mi ha insegnato che tutto ciò che abbiamo e che siamo è il qui e l’adesso, il vocabolo che più conta si chiama ORA… il passato è un maestro che ci mostra i nostri errori ed i nostri progressi, il futuro è paragonabile ad un feto che ancora nuota nell’utero chiamato presente.
Poco fa ho guidato per la città: udito il suono della sirena dei pompieri, il clamore dei clacson impazienti degli automobilisti in coda e abbassato volontariamente il volume dell’autoradio per ubbidire al richiamo delle gocce di pioggia sul parabrezza.
Mentre stringevo le mani attorno al volante mi sono soffermato ad osservare espressioni di panico dipinte su volti di esseri umani che non conosco: quegli occhi così spalancati e terrorizzati han finito per scavarmi dentro e riportarmi alla mente un uragano di fragilità che tanto somiglia al celebre quadro di Munch chiamato “l'urlo”.
Siamo tutti precari nella professione del vivere. Tutti equilibristi appesi ad un filo esile quanto un’aspettativa, talmente sottile ed affilato da essere in grado di penetrare l’epidermide dei nostri piedi impegnati nel bilico imprevedibile dei passi sopra il vuoto.
Viviamo un solo soffio vitale alla volta, una sola contrazione cardiaca alla volta, ma come diceva il saggio Socrate: << è il sentiero che conta non la sua fine >>. Perciò in questo preciso istante mi concentro con tutto me stesso solo sui polmoni: percepisco il diaframma che si allarga. L’aria che mi attraversa facendo il giro del mio intero corpo. Il sangue che pulsa irrorandomi come linfa che scorre in una foglia viva.
Proprio ora ho compreso meglio che probabilmente non siamo stati creati solo per essere dei buoni partner o dei focosi amanti, dei figli obbedienti o degli autorevoli genitori, degli onesti lavoratori o dei validi studenti, dei calorosi amici o dei semplici conoscenti… no, quelli sono semplicemente delle vesti che scegliamo o che nella peggiore delle ipotesi lasciamo scegliere per noi. Dobbiamo innanzitutto rimembrare a noi stessi di porgere al cosmo il meglio che ci caratterizza, per essere degni di far parte dell’umanità. Per non scordare, in ogni occasione, l’impegno più leggiadro ed affascinante: quello che ci fa dispensare esattamente il nostro meglio, nulla di più, nulla di meno… e se di tanto in tanto il mondo ci appare capovolto, probabilmente lo è solo per permetterci di raddrizzare lo sguardo del nostro cuore.
- ALESSANDRO  DE VECCHI  -

21 commenti:

  1. hai una capacità innata di smuovere qualcosa dentro...credo non sia una dote comune.
    Grazie per questa pagina di diario

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  2. Ciao Ale il tuo ultimo post mi è arrivato come una bomba!!!! Sarà per l'incontro comune col Lama, sarà per la citazione di uno dei miei quadri preferiti, quello di Munch, sarà per il mio momento di estrema fragilità per una storia che sta finendo o meglio per me è già finita ma per lui non vuol finire con le conseguenti tristezze enormi sarà che condivido ogni singola parola ogni respiro di quello che hai scritto ....sarà quel che sarà ma mi sono commossa e mi sono sentita un po' meno sola per cui grazie, più GRAZIE del solito!!!! Un grande abbraccio! Non farti scalfire da invidia e ignoranza sai che sono un veleno dell'anima ma non certo della TUA!!! BACI. Giada

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  3. Bentornato a casa!!!
    Lorely

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  4. Una riflessione profonda e carica i umanità. Grazie

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  5. leggendo mi andavo chiedendo: è un altro brano del racconto? un diario? un parlare a se stesso? a noi amici? all'uno e agli altri insieme?
    E questo mi domandavo come conseguenza residua dell'abituale forma di pensiero dei nostri tempi che tutto vorrebbe ordinare schedare classificare nominare.
    Ma in realtà ciò che conta, qui, è l'atteggiamento nei confronti della parte “veglia” del giorno! Un Alessandro che stupisce e commuove per l'intensità del sentire e la chiarezza della coscienza, mentre racconta la “veglia” del suo giorno!
    Del nostro giorno, relativamente al sonno ci è dato poter ricordare talora solo qualcosa e sottoforma d’immagini; della veglia invece ci è richiesto di sviluppare la coscienza su quanto sperimentiamo con il cuore e con i sensi.
    Tu, Alessandro, mi dimostri e mi confermi ogni volta che ti leggo, di avere i sensi desti e la coscienza luminosa; e questo perché possiedi un cuore, vero e generoso, di uomo.

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  6. ale, fa molto piacere leggere le tue belle parole che, come sempre, fanno riflettere con leggerezza e profondità sul senso della vita e ci fanno capire che - se lo vogliamo - tutto può diventare più semplice....
    un caro saluto
    monica

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  7. Alessandro, ciò che hai scritto mi ha lasciata a bocca aperta. Hai espresso benissimo le tue emozioni e i tuoi pensieri, ti ho invidiato quando hai detto di aver conosciuto un Lama (non so cosa darei per incontrarne uno) e poi vorrei dirti, si, che sei davvero una bella persona!

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  8. E' importante cambiare punto di vista! anzi..direi fondamentale...e quello che mi piace di te scrittore, e' la naturalezza sobria e tranquilla di raccontare ,curare e ascoltare le sfumature umane.Attore della vita, l'unico che non recita , che non nasconde le sue fragilita' e le debolezze di un momento poco virtuoso...Fare tesoro della condivisione e del valore di un 'anziano' racconto..e' ,per la tua giovane eta', un elogio di profondo rispetto per l'amore alla vita ,alle cose semplici e piu' pregnanti.Leggo e mi ritrovo in un sereno vagare nel pianeta della comprensione, dove tutto dice e da' un senso alle mie incertezze e abitudini. Tu scorri la vita, la gente ,evadi al suono di chitarre e nulla e' piu' 'estraneo' . Fermarsi ma camminando, restare in silenzio ma urlando... ripetere gesti e piaceri sentendo sapori piu' intensi, parole colorate d'arancio..e' un mondo reale, un mondo possibile , forse sottosopra !...ma serve a riabbracciare la felicita' che non tradisce il passato e ride dell'inutile gioco di ' guardia e ladri'. Scorro con sereno piacere ,tutto il tuo mondo...e' dico con altrettanta certezza che e' anche il mio ,il nostro! Parole belle....sensibilita' che trabocca, e una grande e rara capacita' di dire, senza false verita', che spetta a noi vivere al meglio .E' un dovere di tutti, cambiare prospettiva, quando l'entusiasmo si spegne su tutto cio' che ci ricorda ,questo e' il tempo di nutrire il cuore che ha solo voglia di donare!..questa la tua verita', la sola giusta verita'. Una gran bella pagina ..pensieri leggiadri ma pieni di tanta ricchezza d'animo, che mi onora della tua 'lettura', mai banale e sempre molto vicina all'umano sentimento. BRAVO IL MIO SCRITTORE!! A TE LA MATURITA' NON DARA SPESSORE(quello lo hai gia' )... MA SOLO UNA PLATEA SEMPRE PIU' VASTA!Un abbraccio ..Carla.I.ps. solo gli asettici non cambiano il punto di vista!!

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  9. Mi sono commossa, per tante di quelle ragioni che tu nemmeno puoi immaginare! Hai un'abilità e un gusto nello scrivere davvero notevole!
    Arrivi dritto al cuore! Grazie del viaggio straordinario Ale.
    A te una carezza di vento, che ti porti tutto il bene del mondo!
    Un bacioabbraccio @------> [<3]

    Kiki

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  10. ...sono contenta che sei finalmente tornato tra noi..ci mancavi!..sono contenta che ti sei ripreso..i brutti periodi capitano a tutti lo sai,non ti abbattere,anzi,continua così..quello che ho appena letto è stupendo!..

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  11. che bellissimi pensieri ale!!!e che bella persona sei...come mi sarebbe utile,averne,di cosi',nella mia esistenza!!!si perche' tornando indietro al tuo pezzo,quando dici che la vita ti ha dato dei bei colpi,per rinforzarti...nel mio caso,a me da continuamente colpi micidiali,e man mano che passano gli anni,ora ne ho 50,non solo non mi fortificano,ma sento che non ce la faccio piu' a pararli...e li ho sempre parati e sconfitti fino ad ora!!!c'è una stanchezza .....grazie di nuovo sonia

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  12. Grazie a tutti...risorgere come un araba fenice dopo un momento duro è un po' come rinascere senza preconcetti e puro. Ho provato a descivere questa sensazione ( anche se credo che in questo caso le parole siano riduttive- un po' come il cercare di descrivere il sapore di una pietanza prelibata ma poi non mangiarla ). Trovare i vostri meravigliosi commenti questa volta è stato ancora + bello e gratificante del solito: ho ridotto al minimo "i tag" su facebook e gli avvisi vari, per cui non mi aspettavo così tanti interventi ( esoprattutto così intensi)... dicevo dentro di me: << scrivo innanzittutto per me , per liberarmi da un peso, una necessità.. poi chiunque mi vorra dedicare il suo tempo per leggere sarà un piccolo successo in più >>. Non so davvero come ringraziarvi questa volta, in questi tempi (dove nessuno ha tempo per altri e dove appunto il tempo è oro) non solo vi ho ritrovati, ma mi avete dato la forza per continuare dritto e spedito su quella strada (non sempre facile ed agevole , ma foriera di entusiasmo) che ho intrapreso...
    riprendendo un commento rispondendo : << Sì, sono tornato! :))...forse in verità non me ne sono mai andato, ero sempliemente arretrato un poco per prendere la rincorsa e tornare con + forza...mi siete mancati.. siete un tesoro inestimabile >>

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  13. Io credo che non sei tu a dover ringraziare...ma chi riceve il dono del tuo meraviglioso sentire….
    sai Ale quando ti leggo in qualche maniera mi sembra di leggere qualcosa che ho pensato o ho scritto o volevo scrivere, mi emoziono sempre scorrendo avidamente tra le tue righe e addirittura trovo difficile esprimere un commento…
    questa è la terza volta che ci provo ..e mi sembra sempre di non avere le parole giuste per spiegare quanto è vivo il tuo descriver sensazioni…quanto incanta la tua parola…quanto ci si sente a casa nel leggerti…
    Grazie per il tag…che spero continuerai a regalarmi…..
    Giuly

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  14. Che anima meravigliosa che hai Ale. E' sempre bellissimo leggerti. Ti abbraccio forte. Baby

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  15. sai mentre leggevo ti vedevo vagare per le strade coi tuoi anfibi, mischiarti tra la folla e parlare con gli sconosciuti. Ho intravisto il tuo animo ferito, la ferita piano piano rimarginarsi e infine, ho scrutato il tuo volto riemergere dalla meditazione con un dolce sorriso. Ti prego continua a scrivere, non fermarti mai!
    Un abbraccio
    Margherita

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  16. Premsesso che, come ti scrissi nella bellissima poesie che commentai tempo addietro, hai una dote natulale di esprimerti e di scrivere, trasmettendo al lettore emozioni compenmetranti, aggiungo che sono le iverse emozioni che ci renndono umani, sono la gioia, la tristezza, l'amore, l'odio, la felicità e così via ... ammettere una "caduta" è sinonimo di umanità e di forza nell'insieme,e questa forza l'hai dimostrata qui ora con le tue parole. siceramente, se le persone non avessero un continuo ed estremo bisogno di ricercare la felicità e di ricercare la compagnia, staremmo tutti meglio ... mi spiego. Spesso, quello che manca a molte persone è lo starsene proprio sole con se stesse. la solitudine fa bene all'anima, rigenera il corpo e la mente e ci predispone meglio al contatto umano. Bravo ale, i miei complimenti.

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  17. Volevo dire " Premesso ..." "mi scuso per la mia pessima dattilografia ... mamma quanti errori"!!(la fretta è cattiva consigliera).

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  18. Quello che abbiamo dentro sta a noi tirarlo fuori al momento giusto:la grinta,la forza,la voglia di farcela...ritrovare noi stessi prima di tutto.
    Ascoltarsi...
    Grazie Ale è sempre un piacere leggerti.

    Barbara

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  19. il tuo punto di vista è il mio e il tuo percorso è parallelo al mio. é bello incontrare lungo il viaggio anime affini. Sono contenta di averti incontrato così, per caso. D'ora in poi so che sarai uno dei miei compagni di viaggio. Un sorriso. anto

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