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giovedì 6 luglio 2023

Buon 88esimo compleanno, Dalai Lama!

 


Meditazione guidata (da me) su corpo-parola-mente consapevoli (Mindfulness)

 


La recensione di Pasquale Cozzolino (psicoterapeuta e operatore mindfulness) al mio romanzo "Cenere non bruciata" Pav Edizioni

 "CENERE NON BRUCIATA"

Mi ritrovo a commentare il secondo libro di Alessandro De Vecchi da quando l'ho conosciuto, anche se da tempo scrive di poesia, racconti, saggi e romanzi.
Un libro che questa volta ho voluto leggere due volte, dato il tema trattato e la ricchezza dei contenuti.
"Cenere non bruciata" ( PAV EDIZIONI) è un romanzo che parla di un argomento che per molti di noi, soprattutto in Occidente, ovvero come prepararsi alla morte, è tuttora un “non ci pensiamo”. Credenti e non.
Alessandro, con il suo registro linguistico semplice, profondo e rigoroso al tempo stesso, racconta l'ultimo periodo di vita di un quarantenne affetto da un male incurabile. La solitudine e la nostalgia per un passato ormai andato traspaiono in continuazione.
L'angoscia della morte, in principal modo quando sai che ti resta poco tempo ancora da vivere, credo sia una delle peggiori emozioni che l'essere umano possa esperire.
L'imprevedibilità, non sapere se la mattina ci sveglieremo come sempre, o che questa sorte tocchi a chi amiamo di più, ci avvolge in un terrore al solo pensiero.
Qualcuno, duemila anni fa, parlando della morte disse
" Nessuno sa il come e il quando... Verrò come un ladro di notte". Ecco, aldilà del credo personale, la frase ci restituisce gli archetipi della paura, la notte, il ladro, l’ospite inatteso.
Molti sono abili a rimuovere questa paura. Ma questa vita, ahimè, non ha tempo. Non abbiamo il tutto il tempo del mondo per realizzare ogni cosa, quasi usando questa strategia per mentire a noi stessi”: non è ancora la mia ora, sono troppo giovane, ho la figliolanza da sistemare, il mutuo da estinguere…” e riconcorrendo questa folle corsa finiamo per pensarci il meno possibile.
Ancora una volta Alex usa un romanzo per raccontare la storia del personaggio che per certi versi, mentre scrivo mi ricorda , un po' “A single man” di Tom Ford con Colin Firth, che termina in modo tragico, un uomo senza più affetti, senza più un senso per cui vale la pena di vivere.
Anche il protagonista del romanzo, Giacomo sembra incamminarsi sullo stesso binario. Ma qui viene fuori la grandezza dell’autore.

Alessandro in poco più di cento pagine racconta una storia, ma quasi in punta di piedi, con umiltà unica, intrisa di perle di saggezza della filosofia buddhista.
Come spiega lui stesso, molte citazioni del testo sono ripresi dalla tradizione universale tibetana, come “Il libro tibetano del vivere e morire” di Sogyal Rinpoche o quelle prese dal testo scoperto nel 1300 che parla del Bardo-Thodol-la liberazione tramite l’ascolto, chiamato anche “Il libro tibetano dei morti”.
Il BARDO per i tibetani indica il passaggio tra la morte e una nuova vita. Lo stesso Franco Battiato ne ha fatto un documentario facilmente ritracciabile su internet.
Il BARDO è qualcosa che si apprende. Ed il protagonista, grazie al fidato cognato TASHI, attraversa l’esperienza umana della fine anche se terrificante verso una la luce nuova.
Tranquilli non è affatto un libro funebre. Alex non è avaro a spiegare tanti concetti della filosofia buddhista, con una semplicità e metafore. Senza far mancare momenti divertenti ricordando aspetti della vita di noi quarantenni.
Sarebbe bello che da laico molto preparato, Alex, tra l’altro anche istruttore di meditazione-mindfulness, avesse la possibilità di presentare di più il suo testo anche in centri e monasteri buddhisti, in una dimensione di confronto con altri laici, lama e i religiosi, secondo la interconnessione che il Dalai Lama tanto decanta.
Finisco chiedendomi come tanti hanno e staranno facendo sul perché del titolo ossimorico “Cenere non bruciata. Mah! Sarà l’ora tarda, ma forse una libera associazione mi solleva dal voler dare una forse presuntuosa interpretazione. La “Cenere non bruciata” mi rimanda ai “nodi dell’anima”, come cantava un cantautore che ho amato fino alla fine dei suoi giorni. I nodi che lasciamo da vivi possiamo imparare a scioglierli già, ora, non quando smettiamo di respirare, ma “semplicemente” provando senza paura ad essere persone diverse.

Pasquale Cozzolino - Psicoterapeuta e operatore mindfulness

Nel mio piccolo... il mio piccolo biglietto da visita...