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martedì 6 agosto 2013

Dalla pancia al cuore....


Oggi scrivo. Così, senza una ragione apparente. Scrivo perchè mi va, "di pancia", d'istinto, perchè non sono mai riuscito a farne a meno. Scrivo perchè è un'esigenza quasi fisiologica. Scrivo perchè l'ho sempre fatto (bene o male non sta a me dirlo).
Da ragazzino ero talmente timido che alla "fidanzatina" di turno consegnavo lettere scritte a mano, a fine giornata, quando era il momento dei saluti....su tali lettere c'erano impressi i miei sentimenti, le mie impressioni e spesso mi sentivo dire: << Mi hai commosso! Perchè non mi hai detto a voce queste cose? >>. Non lo conoscevo neppure io il motivo, le parole restavano lì: appiccicate alla lingua, in procinto d'uscire dalla faringe, ma poi la timidezza prendeva il sopravvento e allora a "sbrogliare la matassa" ci pensavano il signor foglio e la signorina penna.
E' un' estate rovente: l'asfalto sembra liquefarsi insieme ai pensieri, è assurdo pensare già all'autunno, eppure in questo momento mi viene
spontaneo farlo. L'autunno è la stagione della semina, si dice che un buon raccolto dipenda da una semina intelligente e laboriosa...ebbene, io inizio a incanalare le forze per tale semina.
Ho cominciato già a Luglio per la verità, con un ritiro di meditazione guidato da Lama Rabsel (un maestro di tradizione tibetana "Karma Kagju"). Ho vissuto 4 splendidi giorni alle pendici dei monti della Val Antrona, in un villaggio dove le parole "comunità" e "collettività" non sono retaggi di un passato utopista, ma una realtà fatta di compassione, impegno e valori umani quotidiani.
Ho iniziato a capire che occorre innanzittutto dare e "darsi" senza sempre attendere o dare spazio ad aspettative.  Ho, anzi, abbiamo (perchè il gruppo è il cuore pulsante) meditato, lavorato in cucina, tagliato legna, passeggiato e scrutato negli abissi della mente, quel "mentare" (così viene definito il "lavorio" cosciente nel Dharma), che solitamente si rincorre senza tregua, ma che per qualche istante si è invece rivelata simile ad un bicchiere i cui sedimenti si depositano sul fondo... mostrando acqua pura e trasparente.
Il villaggio si chiama Bordo di Viganella, è situato a pochi minuti da Villadossola (Vb) e porta ancora il marchio indelebile dei suoi "padri": degli idealisti hippie svizzeri che negli anni '80 ristrutturarono case e terreni ormai disabitati e dimenticati dagli italiani, questi ultimi attratti dalle "sirene" di una vita più lussuosa lo avevano completamente abbandonato al proprio declino.
Qui potete ammirare un video che vi mostra alcune immagini di Bordo (in alto ho postato alcune foto scattate invece durante il ritiro).

Una cosa fondamentale che ho compreso è che un ritiro non è mai un atto egoistico, non ci si "ritira" affatto dal mondo, nè si fugge alle proprie responsabilità o alle difficoltà (fosse anche solo per pochi giorni).
Al contrario: restare "con se stessi", faccia a faccia con le proprie imperfezioni, imparare ad accettarle e trasformarle è il primo atto di "altruismo" per "restituirsi" poi alla società intera con ancora più slancio e generosità. Per essere chiari: non sto parlando affatto di religione, nè di dogmi o di un cieco bisogno di  spiccia spiritualità, sto bensì accennando alla compassione, all'amore e all'altruismo: qualità che ogni essere umano possiede in un lato più o meno accessibile del proprio essere.
Una mente chiara è una mente capace di donare e donarsi senza remore. E' agosto e amici miei, che mi stiate leggendo in 2 o in 200 per me non fa differenza: ho una scorta d'entusiasmo che vorrei trasmettere a chiunque, ho nel cuore un nuovo progetto, l'idea e la trama di un nuovo romanzo che intendo scrivere.
Non so quando inizierò a farlo e quanto tempo necessiterà tutto ciò, ma sento che una nuova avventura sta per "salpare" e posso solo augurarmi che le pagine che nasceranno possano essere di beneficio per il maggior numero di lettori possibili.
Un abbraccio sincero.

ALESSANDRO DE VECCHI