La descrizione di un attimo. Una pagina di ciò che sto descrivendo nel mio romanzo #AMenoCheNonVincanoTutti
Salito sulla sua 500, ebbi una serie di flash back interminabili. Un
“brainstorming” destinato a non cessare allorché avessi capito quanto quella
donna mi fosse entrata nelle vene e galleggiasse, impunita, fra i miei globuli
bianchi e quelli rossi.
Impressi nel ricordo ci sono ancora dei fotogrammi che ho vissuto su
quel sedile e sono piantati lì: come un affresco millenario, che né l’incedere
del tempo, né la fragilità dell’ossatura della memoria, possono screpolare.
Da qualche parte avevo sentito dire che gli affreschi sono così: o gli
si dà una mano di bianco commettendo il delitto di cancellare un capolavoro, o
li si restaura con amore e pazienza, tramandandoli preziosamente ai posteri.
Ci fu un bacio che svolse questo compito, lasciando l’unico posto
possibile al restauratore di affreschi e mandando pre-pensionamento l’imbianchino.
Smanettavo sull’autoradio, felice e sorpreso di aver scovato, nel vano
porta oggetti, un cd che avevo masterizzato e regalato anni prima a Patty. Era
ancora al suo posto, pronto a raccontare ballate un po’ ruffiane e “pomicione”.
Il cd delle occasioni speciali, quello in cui ogni canzone è selezionata
con lo scopo di creare una sorta di detonatore che pare avvisare: «Al mio
segnale tutti in brodo di giuggiole e gli unici ‘corpo a corpo’ che voglio vedere,
saranno quelli sotto le lenzuola.»
Skippai un po’ di brani fino ad arrivare a quello che, come bene sapevo,
le piaceva da impazzire: “Come musica” di Lorenzo Jovanotti. Non che c’andassi
matto, ma sacrificavo i miei “santi” dell’alternative rock, per far felice la mia
donna. Insomma, Eddie Vedder poteva perdonarmi, se per una volta lo tradivo con
il nazional popolare! Gli occhi sognanti di Patrizia valevano bene quel prezzo!
Il pezzo era già partito quando incautamente Patty toccò dentro ai tasti
con un gomito e selezionò, per sbaglio, la radio Fm: la canzone si interruppe
ed al suo posto capimmo che stavano trasmettendo “Completamente”, dei - The
Giornalisti –
Il resto è una specie di ricordo confuso, come un sogno che tenti di
ricordare al mattino ma ti godi nel pieno della notte
C’erano le nostra braccia ormai strette ai corpi
sudati. Le labbra incollate, come bi-adesivi a presa rapida. La mia camicia,
mezza sbottonata e la sua: abbottonata solo per metà. Il suo rossetto,
totalmente spalmato sul mio collo e le casse che gonfiavano questo verso: «Oserai
andarci sotto maledetta? E Provare robe forti un’altra volta. E spararti tutto
ciò che provo in faccia…»
(ALESSANDRO DE VECCHI)