Rieccoci qui, cari amici. Dove c'eravamo lasciati? A Settembre giusto? Un Settembre insolitamente caldo e pregno di pensieri. Ognuno di voi mi ha regalato un commento per me preziosissimo, un'impressione di vita che ha voluto condividere qui con me e con gli altri presenti.
Oggi stavo rileggendo e correggendo la prima stesura del libro al quale sto lavorando da un anno a questa parte. Lo sento sempre più parte integrante di me. Ogni giorno che passa, piccole gocce d'inchiostro si aggregano ed io realizzo quanto questa creatura (in stato ancora embrionale) stia vivendo di vita propria, qui all'interno del mio intimo, crescendo quotidianamente...proprio come un'entità che evidentemente non vede l'ora d'uscire e fare la propria strada nel mondo insieme a voi :-)
Da oggi questo sogno ha un nome ben preciso : << Controcorrente come i salmoni >> (storie di vite vissute fuori dai pentagrammi).
Soffermandomi a riflettere sulla curiosa vita di questa specie acquatica ho compreso ancora di più il perchè questo titolo calzasse a pennello per il "prossimo nascituro". Il salmone è un essere vivente che rappresenta da sempre la natura "anticonformista", libera da paletti prefissati e percorsi prestabiliti da qualcun altro. Ma il suo modo di non conformarsi "supinamente e passivamente" non è mai fine a se stesso, nè tanto meno dettato dalla reazionaria voglia d'attirare attenzioni in maniera egocentrica. Egli segue in verità spontaneamente "il flusso della vita", in modo indipendente e molto arguto: risale la corrente mostrando forza e determinazione insita in sè, per tornare dal mare alla sorgente d'acqua dolce, laddove è nato. Lì deporrà le uova e darà ai nuovi esemplari il miglior habitat possibile alla loro esistenza.
Quest'affascinante percorso inconsciamente ha ispirato anche me, che come tutti mi affanno a nuotare nelle acque agitate della vita, imparando a sbracciare anche contro corrente quando serve...ma sempre e solo per seguire il mio naturale flusso e deporre le "mie uova" ( che sono rappresentate nel mio caso da gesti, parole ed esperienze).
Oggi ho voluto unire tra di loro piccoli sprazzi di manoscritto. Prelevarli dai vari racconti diversi che lo compongono e farne un "piccolo collage". Una sorta di "tagli e cuci", buono per condividere con voi un piccolo riassunto che ci dia il gusto ed "il senso" di ciò che sta pian piano prendendo forma. Buona lettura come sempre a tutti coloro che ne hanno piacere, scambiare opinioni con VOI è per me un vero PRIVILEGIO. Vi abbraccio calorosamente!
- ALESSANDRO DE VECCHI -
( Ringrazio di cuore la mia cara amica Emanuela Bianchi, che sta realizzando questa meravigliosa illustrazione . E' "la bozza della copertina" - non ancora terminata - ma adoro appunto mostare le fasi di lavoro che precedono il risultato finale ).
........ (segue da narrazione antecedente)....la sera precedente, al pub, tra un piatto ed un bicchiere di vino, avevo intravisto sul bancone un pesciolino rosso. Un “apparentemente banale” pesce rosso, che stava dentro ad una minuscola e misera boccia di vetro. La cosa inspiegabilmente rapì la mia attenzione. Non lo so se per via di qualche bicchiere di troppo, o per la malinconia che albergava in me… sta di fatto che iniziai a provare compassione per quella creatura. Se ne stava li: in quello spazio angusto e insufficiente ad una dignitosa esistenza. Non faceva altro che nuotare in senso orario, consumando quei pochi centimetri di vita che aveva a disposizione, in pochi istanti. Ben presto mi face una pena pazzesca. Me lo immaginavo impazzire dalla voglia di fuori uscire da quella “galera”. Prendere la rincorsa per frantumare quella boccia e cominciare a vivere davvero, al di fuori di quel ridicolo catino da “attrazione circense”.
La verità è che mi sentivo anch’io esattamente come quel pesce. La mia boccia di vetro era rappresentata invece da una vita che mi andava oramai troppo stretta, addirittura al punto sentirmi “murato”, in una spazio senza speranze né barlumi luminosi.
Più in la nel tempo provai a realizzare che evidentemente quel pesce e quella sfera di vetro al pub forse neppure esistevano. Già, esattamente così: probabilmente come in un miraggio le avevo semplicemente immaginate e proiettate io… perché era sintomatico che quel triste pesciolino imprigionato, ero in realtà io: ostaggio di una vita di cui non ero più il timoniere.
Nell’esporre questo segreto ai miei amici avevo più volte usato il termine “esasperata prudenza”. Ebbene, ricordo che conclusi le mie confessioni con una considerazione basata su un’allegoria: sovente le cose dinanzi a noi sono “neutre”. E’ il nostro libero arbitrio, nonché l’uso che facciamo d’esse, a renderle positive o negative.
Penso alle sostanze chimiche: queste possono essere usate per curare malattie e migliorare lo stato salute, così come possono invece degenerare nel deleterio uso di droghe sintetiche.
Nella mia vita, proprio a causa di talune vicende, ultimamente mi capita di fare questi pensieri riguardo ad una sensazione: la prudenza.
Essa, a mio parere, non è un concetto solo ed univoco. Non esiste infatti una sola specie di “prudenza”: anche qui, i risultati dipendono da quale scelta compiamo.
Adoro fare una metafora che paragona la prudenza al colesterolo. Sappiamo che esiste il colesterolo “buono” (necessario all’organismo) e quello “cattivo” (nocivo alle arterie).
Così è anche per questo sentimento: vi è una prudenza “sana”, la quale, ad esempio, ci suggerisce saggiamente di non metterci al volante ubriachi o di sfrecciare a 200 km orari.
Vi è altresì invece una prudenza molto meno saggia: è quella nemica del coraggio e della vita. E’ quella esasperata ed inconcludente che castra le emozioni sul nascere. Quella che ci impedisce di saltare l’asticella dell’ostacolo che abbiamo di fronte. Rimanendo così col rimpianto di non poter più conoscere quanta meraviglia avremmo potuto vivere dall’altra parte della salita, con un minimo di sacrificio e coraggio in più. Poiché le cose più belle, si sa, spesso hanno bisogno di sapere anche quanto siamo disposti a metterci in gioco per meritarle.
Per questo mi ritrovo sovente a parlar d’AMORE e non solo INNAMORAMENTO: ci tengo a sottolineare la differenza che intercorre fra questi due termini.
Chiunque nella sua esistenza si può scoprire innamorato, amare è invece ben più profondo e raro. L’amore è l’essenza solida che rimane intatta quando le vampate eteree dei fuochi dell’innamoramento si smorzano.
Ho cercato spesso il mio gettone della felicità. Talvolta lo rintracciavo in una persona o un rapporto umano, altre volte in un luogo o un’idea.
Col tempo ho realizzato che invece d’inseguire monete da inserire nella slot machine della beatitudine era il caso d’estrarre dai miei abissi il vero tesoro: la chiave che mi permettesse di aprire lo scrigno della serenità.
Così ho scoperto che quel passepartout era in realtà già dentro di me…si chiama consapevolezza di sé.
(continua...)
(continua...)
ALESSANDRO DE VECCHI
mi piace; mi piace davvero; mi piace come il linguaggio , mi piace lo stile. Lo snodarsi dei pensieri come l'andare linguistico, in cui chiarezza e coerenza, sintattica e lessicale, non "rubano " nulla alla varietà e alla ricchezza né limitano pesonalità e creatività... ché queste trovano la loro origine nello stesso luogo da cui provengono sentimenti e pensieri di chi scrive.
RispondiEliminaerrata corrige: mi piace il linguaggio
RispondiEliminapersonalità
Bello il pezzetto ti racconto.. e bella la presentazione del libro e del titolo! Spiegato con parole che entrano dentro e fanno venire voglia di leggerlo subito..
RispondiEliminaPer quanto riguarda la bozza della copertina la Manu è una maga con pennelli e colori! Complimenti anche a lei!
Stupendo, Ale....mi sono ritrovata in pieno in ciò che hai scritto. Pochissimo tempo fa mi sono ritrovata a fare un commento e non ho potuto fare a meno di dire che una gabbia, per quanto dorata, rimane pur sempre una gabbia. Riguardo alla prudenza, poi......il troppo storpia sempre. Dobbiamo trovare l'equilibrio in tutte le cose e l'unico posto in qui possiamo trovarlo è dentro di noi e, come tu stesso hai scritto....raggiungibile solo attraverso la consapevolezza che abbiamo di noi e della nostra essenza. Il salmone, o il bruco, sanno per istinto ciò che è loro necessario, alcuni di noi, purtroppo, si lasciano vincere dalla ragione...Grazie, Ale, per aver voluto condividere con me il tuo lavoro.....un abbraccio:-)
RispondiEliminaSilvia
Molto bello ale, complimenti..
RispondiEliminaEssere nati per l'oceano e ritrovarsi in una boccia...la differenza tra il pesce e l'uomo, sai qual'è? Che il pesce non lo sceglie, noi potremmo evitarlo...VDC LUNABIONDA
RispondiEliminain quello che hai scritto oggi per presentare il tuo libro e anche dentro i tuoi racconti, c'è molto più di un sogno o di un libro, c'è la realtà di un piccolo grande uomo con le sue passioni e le sue contraddizioni, una persona vera che ha la bontà, la capacità e la volontà di mettere nero su bianco ciò che pensa, nel bene e nel male. Mi piace la definzione di amore, mi piace il paragone tra pazienza e colesterolo, mi piace la consapevolezza che per le cose belle ci si debba mettere in gioco...
RispondiEliminaogni tuo post su questo blog è un gettone della felicità, grazie
Lorelyna
ovviamente pazienza è da leggersi prudenza
RispondiEliminaLorelyna
la consapevolezza di ciò che siamo di ciò che sentiamo di ciò che vogliamo è solo dentro di noi....ed è la chiave della felicità...basta trovarne la "consapevolezza"
RispondiElimina.....viviamo di emozioni .......e se riusciamo a suscitarne ci emozioniamo
Giuly
Sei un emozione continua Ale!
RispondiEliminaHai tutte le carte in regola per farcela!Datti da fare Amico Mio!
Kiki
Ho commentato qualche giorno fa l'ultimo paragrafo di questo tuo racconto e..., per ora sembrerebbe non abbia altre parole, ma una cosa vorrei dire... le cose dinnanzi a noi sono neutre. Bellissima frase, grande verità, e sai quanta speranza puoi dare a chiunque? Perchè a volte ci focalizziamo sul significato che è stato assegnato ad un termine, un giudizio o una parola, piuttosto che vederla per quella che è. La vita sarebbe più semplice se riuscissimo a guardarci intorno come tu hai descritto, ma qualcosa in me, dice che la vita non sarebbe altrettanto bella,senza i nostri pregiudizi. Senza pregiudizio penso, non potrà mai esserci lezione, insegnamento, o quasi mai, per certe "teste calde" . :-) Anny
RispondiEliminasono capitato nel tuo blog per caso, complimenti per la grafica e per i contenuti! scrivi molto bene!
RispondiEliminaJack
..veramente significativo... non vedo l'ora di leggere il resto...bravo!
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