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lunedì 1 luglio 2013

L'arcobaleno vivente



Eccomi, eccoci....
è trascorso molto tempo senza che passassi di qui a lasciare tracce, non perchè non avessi nulla da dire, anzi.... i pensieri e le emozioni che stavo vivendo in quei giorni erano così caldi ed ingarbugliati da impedirmi di maneggiarli senza scottarmi, nel tentativo di distribuirli in semplici parole.
Blocco dello scrittore? Non lo so, sorrido perchè non ho neppure l'arrogante pretesa di definirmi tale :-)
Fatto sta che ho lasciato "decantare il momento" dalle stesse lancette d'orologio che danzavano: l'ennesimo epico concerto di Bruce Springsteen condiviso con 70 mila anime in quel di San Siro, l'incontro con il Lama tibetano che 2 anni orsono è entrato nella mia vita per capovolgere alcuni miei schemi mentali fin troppo radicati...questi ed altri eventi mi hanno scosso come brezza piacevole in tutto il mese di Giugno, dimostrandomi e ricordandomi che la felicità non è nulla che si possa conquistare, bensì è qualcosa già presente ad ogni passo e che in realtà è costantemente viva sotto i nostri occhi (ciechi come un'eclissi solare).
Un abbraccio a tutti coloro che stanno leggendo queste righe (Alessandro De Vecchi).

LA FELICITA’ (Gendun Rinpoche)
Non cercate la felicità attraverso lo sforzo e la volontà.
Essa è già presente qui e ora, nell’apertura al rilassamento e al lasciar andare. Non sforzatevi, non c’è proprio niente da fare o da non fare.
Qualunque cosa si manifesti nel corpo e nella mente non ha alcuna importanza, perché non ha alcuna realtà sostanziale. Perché dunque identificarcisi ed attaccarvisi?
Perché giudicarla e giudicare sè stessi? E’ molto meglio semplicemente lasciare che l’intero gioco accada da solo, avanti e indietro come le onde, senza manipolare e cambiare nulla, notando come tutto scompaia e riappaia, continuamente, magicamente, senza una fine.
Solo la nostra ricerca della felicità ci impedisce di vederla. E’ come inseguire un arcobaleno senza poterlo prendere. Sebbene non esista, esso è sempre lì e ci accompagna continuamente. Non dovete credere alla realtà delle esperienze,buone o cattive; anche esse sono come arcobaleni. Volendo afferrare l’inafferrabile ci si esaurisce invano.
Nel momento in cui ci si apre e si abbandona la presa, si manifesta uno spazio infinito, aperto, invitante e confortevole. Fate uso di questa spaziosità, questa libertà e questa agiatezza naturale.
Tutto quanto è già vostro, non cercate più. Non vi addentrate più nella giungla inestricabile cercando il grande elefante risvegliato, quando esso riposa tranquillamente a casa, davanti al vostro cuore.
Niente da fare o non fare, niente da forzare niente da volere, niente che manchi.
Meraviglioso!Tutto accade da sé, facilmente e liberamente.

2 commenti:

  1. Stranamente, senza accorgermene, ho vissuto sempre secondo questi principi...io lo chiamo disincanto dellla vita...lascio che le cose vadano per il loro verso, accettandole e osservandole con un certo distacco...

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    1. Ciao Rosanna, grazie x il preziosissimo commento! sono pienamente d'accordo con ciò che scrivi: il "distacco" (inteso come capacità critica di non farsi travolgere dagli eventi) viene spesso erroneamente confuso dalla gente come "disinteresse" , ma è un pre-giudizio vedere ciò: si tratta semplicemente di "non attaccamento" , "non bramosia" .. si tratta di armonizzarsi con il fluido naturale e spontaneo dell'esistenza condizionata, senza sempre voler imporre e manipolare le situazioni(questo è quanto i mestri di Dharma ci insegnano )... grazieeee!

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