Il titolo scelto da Alessandro De Vecchi per il
suo ultimo libro, “A meno che non vincano tutti”, è una citazione da Bruce
Springsteen, cantante prediletto dall’autore: la frase completa è “Nobody wins
unless everybody wins”, nessuno vince se non vincono tutti, ed è un inno alla
solidarietà, alla collaborazione reciproca. La prima scena del romanzo però, nella
logica di una dimostrazione per assurdo, ci scaraventa proprio nel bel mezzo di
un’aspra discussione fra il protagonista, Lorenzo, e la sua compagna Lara,
mostrandoci una situazione in cui avviene esattamente il contrario, uno dei
casi in cui i conflitti risultano distruttivi per entrambe le parti: non ci
sono un vincitore e un vinto, ma solo due sconfitte, due vite devastate
dall’amarezza e dalla frustrazione.
A scatenare il litigio fra Lorenzo e Lara è
l’improvvisa consapevolezza che le loro visioni del mondo sono diametralmente
opposte e inconciliabili.
Lui, fondamentalmente legato ai valori di armonia
nei rapporti umani, ha accettato per motivi economici un posto di “tagliatore
di teste”, il “boia” che decide quali lavoratori licenziare perché le aziende
aumentino i profitti, ma ormai quel ruolo gli risulta odioso, parte di una vita
non sua. Lei, arida, egoista e superficiale, reagisce furiosamente alla sua
presa di coscienza, e questo pone fine alla loro storia.
Nonostante il senso di liberazione inizia per
Lorenzo una crisi profonda, una fase difficile e dolorosa in cui ricostruire la
propria vita ripartendo da zero, cambiando casa e città e cercando un posto di
lavoro meno prestigioso e redditizio, ma più coerente col suo senso di umanità.
Licenziarsi da un comodo posto di lavoro,
affrontare un concorso e confrontarsi con un personaggio anche più cerbero del
suo ex-capo... non sarà un percorso facile, ma in questa ricostruzione Lorenzo
avrà a suo fianco la sorella Gabry e le coppie di amici Davide e Stella, Pablo
e Serena, che i lettori dei romanzi precedenti di Alessandro De Vecchi hanno
imparato a conoscere.
Cambiare vita, però, significa per Lorenzo anche
riprendere un discorso interrotto anni prima, la storia di passione e tenerezza
con Patrizia, che ai tempi aveva sopportato sempre meno la sua trasformazione in
uno spietato uomo d’affari; ora, dopo uno splendido nuovo inizio... nasceranno
nuove sfide.
Anche in questo romanzo, che ci trasporta negli
angoli più belli di Lombardia, Liguria e Toscana, non mancano le sorprese: fra
queste, un misterioso appuntamento che l’amico Pablo ha preparato per Lorenzo,
l’incontro, alla conferenza del Dalai Lama a Pisa, con due amici che hanno
qualcosa in comune con lui: un conto da chiudere con se stessi per sentirsi
veramente in pace con il mondo. Lavorando ad un progetto concreto...
Lo stile del
romanzo è caratterizzato da un tessuto composito in cui la narrazione e i
dialoghi si alternano alle riflessioni e ai ricordi, a testi di canzoni,
poesia, pagine di diario, ma soprattutto l’autore si fa portatore di un
messaggio di pace e armonia, la via del Dharma: una visione non dogmatica e una
scuola di vita che ha molto in comune con studi psicologici recenti, in
particolare sulla comunicazione non violenta. A questo proposito, nella parte
finale del libro è inserito un cameo che cita estratti di un insegnamento effettivamente
dato dal Dalai Lama durante una conferenza pubblica.
EDMONDO MASUZZI (Professore,
giornalista e scrittore. Titolare del blog:
www.facebook.com/scriviedmondomasuzzi/ )
ANALISI DEI TRE ROMANZI
(“Le risposte del risposte del silenzio” –
“Quanta Felicità puoi sopportare?” – “A meno che non vincano tutti”)
Se ognuno dei tre romanzi di
Alessandro De Vecchi (“Le risposte del silenzio”
“Quanta felicità puoi
sopportare?” e “A meno che non vincano tutti”) è tranquillamente godibile nel
suo valore autonomo, leggere le tre opere in sequenza apre pian piano un mondo
più vasto, riannoda una serie di fili, rivela una struttura più complessa. Le
tematiche dei due primi libri trovano infatti un riscontro e un potenziamento
nel terzo.
La figura di Pablo, in “Le
risposte del silenzio”, l’abbandono da parte della madre e il rapporto
d’affetto col padre ed i maestri spirituali si rispecchiano, con un
capovolgimento di prospettiva, nel senso di paternità di Lorenzo, protagonista
del terzo romanzo, nei confronti del figlio della sua compagna e nella decisione
di coinvolgere gli amici in un grande progetto educativo e di accudimento.
L’amicizia stessa, che si
articola nei tre romanzi come un valore su cui contare, nel terzo libro si
evidenzia maggiormente come un punto di riferimento che non si limita a sostenere
le scelte del protagonista: al contrario, gli amici e la sorella di Lorenzo non
gli risparmiano critiche o rimproveri, pur d’incoraggiarlo ad essere fedele al
se stesso migliore, più vero.
Anche il rapporto uomo-donna,
poi, trova una prospettiva più ampia: se nei primi due libri assistiamo alla
nascita e allo sviluppo di due storie d’amore, in “A meno che non vincano
tutti” l’autore parte da una situazione opposta, il crollo di un rapporto fra
due persone incompatibili, per descrivere poi un nuovo inizio e le successive
incertezze, i blocchi e i timori che possono frenare lo sviluppo di una grande
storia d’amore.
Ma l’elemento unificatore principale fra le tre
opere rimangono le riflessioni presenti già nei due primi libri, sul modo di
vivere in armonia con se stessi e con il mondo seguendo la via del Dharma: un
elemento che assume gradualmente un’importanza sempre maggiore, fino a
rivelarsi come fondamento dell’intera saga. EDMONDO MASUZZI
Bellissimo <3
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